«Un cantiere» di
idee e proposte di chi la scuola la vive realmente. Tre giorni di dibattito a Terrasini
nel villaggio turistico di “Città del Mare”.
Servizio di Redazione
Dal 4 al 6
luglio, tre giorni di intenso dibattito per tentare di tracciare il nuovo
assetto della scuola pubblica, senza sottrarsi alle sfide del presente e del
futuro. Il “la” lo ha dato Matteo Renzi, segretario nazionale del partito, nel
suo discorso di insediamento alle Camere, e il partito sembra avere raccolto la
sfida in ogni piega della società. Infatti, il convegno siciliano che si
conclude oggi (domenica 6) unisce, come in un sol corpo, docenti, genitori,
operatori degli Enti locali, amministratori. Nuovi spazi, nuove energie sembrano
così liberarsi dopo un lungo periodo di sonnolenza che ha colpito la
scuola. Ma si sa, essa è lo specchio della società e viceversa.Ora occorre sprigionare nuove energie.
In questo
convegno, non a caso definito “cantiere”, oltre ai consueti temi
dell’edilizia scolastica e degli spazi vitali, del rapporto sinergico tra
docenti e genitori, della ricerca e della creatività (certo, sembrano lontani i tempi dei Lodi, dei Ciari e dei Manzi!), fa capolino nel dibattito pedagogico un filo contenutistico ancora non del tutto definito, la così detta “Scuola digitale”.
Massimo Dolce |
Quale migliore occasione, allora, di una vecchia
conoscenza della scuola terrasinese? Il direttore didattico Massimo Dolce, considerato un esperto di “scuola digitale" (oggi a riposo), che per
diverso tempo diresse il “Don Milani”, lasciando di sé una significativa
impronta, mi dice: «Dal momento in cui mi sono messo a riposo, non ho cessato
di studiare e ricercare. E
in questa ricerca continua, condotta con l’aiuto
soprattutto di internet, sono inciampato nell’espressione “scuola digitale”.
Non ne sapevo niente. Ho approfondito …».
Lei ha scritto parecchio su questo argomento, tant’è
che la rivista “La Tecnica della Scuola” la definisce un esperto nel campo; ma,
in sintesi, cosa significa esattamente “Scuola digitale”?
«Così sono stato
definito a seguito di un mio articolo pubblicato in quella rivista. Ma non è
questo il punto. Io voglio soltanto comunicare agli altri che cosa significa oggi
“scuola digitale”. Sicuramente -almeno per me- non fa capo alle strumentazioni
informatiche strettamente intese, ma si riferisce al concetto di “scuola che
vogliamo”, che è diversa dalla scuola digitale; è la scuola del futuro che deve
corrispondere ai bisogni dei “giovani digitali”».
Questo vuol dire prendere atto della “rivoluzione
informatica”, cercando di accorciare le distanze fra mondo della scuola e
società nel suo complesso.
«Deve
corrispondere alle esigenze del mondo del lavoro, che è cambiato, che chiede ai
lavoratori competenze e capacità sempre più articolate e flessibili. Insomma,
che sappiano muoversi sempre meglio in questo mondo nuovo».
Se non si riuscisse in questo?
«Se non si mira
e non si conseguono questi obiettivi, la scuola è destinata a rimanere ghetto,
poiché ghetto è tuttora dal momento che i giovani la vivono con un diffuso senso
di distacco. La nostra scuola è ancora sostanzialmente gentiliana».
Lascio e saluto l’ultraottantenne
Massimo Dolce e rifletto su come, ancora una volta, viene smentito l’adagio
secondo cui solo i giovani sono portatori di “rivoluzione”.
Scorgo in fondo
alla fila la preside (oggi si dice “dirigente”) Rosalba Biundo.
Rosalba Biundo, dirigente Istituto comprensivo di Cinisi |
Tiene subito a
precisare di non aver potuto seguire i lavori nei giorni precedenti per impegni
d’ufficio (commissione d’esami di maturità superiore), ma non si sottrae al mio
invito.
«Apprendo con
piacere che nel nostro territorio si torni a parlare di scuola. Quest’anno a
Cinisi abbiamo avuto finanziato un
progetto, che sarà attivato col nuovo anno, per istituire alcuni laboratori
contro la dispersione scolastica con mezzi e metodi specifici. Questo è il
segno di un certo risveglio».
Il problema più pressante della scuola di Cinisi?
«Il problema
dell’edilizia. Cinisi soffre della mancanza di spazi adeguati per i laboratori.
Questo è un problema serio nel momento in cui la scuola di Cinisi sta cercando
di acquisire, attraverso i fondi strutturali, gli strumenti tecnologici per l’innovazione
didattica. Quindi faccio appello alla nuova amministrazione comunale perché si
faccia carico di questo problema entro settembre».
Mi avvicino alla
vice segretaria regionale del Pd Mila Spicola, referente regionale della scuola
in Sicilia. È lei, assieme con Annamaria Angileri, fra gli artefici di questa
importante iniziativa.
«L’iniziativa è
stata organizzata con l’intento di raccoglierci fra di noi insegnanti in un
luogo diverso dai soliti momenti di incontro istituzionali. Da qui l’idea di un
convegno con la possibilità da offrire alle insegnanti con figli di usufruire
di spazi idonei per la loro accoglienza. Città del Mare ci è sembrato il luogo
migliore da questo punto di vista. Sono stati due giorni fittissimi organizzati
in gruppi di lavoro. Le tematiche della scuola sono tantissime, però già, l’avere
immaginato tre giorni di dibattiti, è una cosa inedita per un partito. C’è una
parte del Pd, che è quella che si era avvicinata a Renzi, che vuole parlare non
della “politica”, ma delle politiche, di cose concrete, di persone. Il problema
ora è capire qual è l’idea di scuola e capirlo dovrà non solo la politica, ma
il mondo della scuola per primo. Infatti qui sono emerse tante posizioni
diverse, anche tra noi insegnanti. Quindi non è così semplice … ».
Qual è la cosa migliore da fare, allora?
«La cosa
migliore è attivare tanti e tanti di questi momenti di consultazione e
confronto per tentare di tessere le fila, avendo un unico raccordo col Paese …».
… che magari confluisca poi in un momento di
confronto nazionale …
«Esatto».
Cos’è che, dal punto di vista sociale, caratterizza
il convegno di questi tre giorni?
«È stata l’adesione
delle famiglie. Questo significa che il tema della scuola, contrariamente a
quel che si pensa, è un tema che trapassa l’Italia, perché i genitori vogliono
capire fin da adesso che cosa accadrà ai loro figli».
Dalle parole
conclusive di Mila Spicola traspare una bella punta di orgoglio e di ottimismo,
tanto necessario in questo momento. Non per nulla Matteo Renzi, buon conoscitore
dei flussi sotterranei della società, ha puntato molto sul tema scuola.
Staremo a
vedere!
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