Un intervento molto interessante inviatoci dall'ex dirigente scolastico MASSIMO DOLCE, tiene aperto il dibattito su alcuni dei temi più attuali della scuola pubblica.
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Ho
partecipato al convegno “SOS Scuola, un Cantiere per la scuola siciliana”, che si è svolto nei giorni 4,5,6 luglio a
Città del Mare di Terrasini.
La
partecipazione di Docenti e Dirigenti scolastici è stata numerosa e per molti
aspetti “partecipata”.
Un momento del Convegno a C.d.M. |
Gli interventi degli esperti possono essere definiti
culturalmente interessanti, anche se, a volte le tematiche affrontate non sono
state sicuramente di grande attualità e adeguatamente rispondenti agli
obiettivi del Convegno, finalizzato ad evidenziare le esigenze, le carenze, le
prospettive della scuola siciliana, i cambiamenti radicali che devono essere
posti in essere, con provvedimenti efficaci e tempestivi dal governo Renzi, riguardanti
tutti gli aspetti dell’organizzazione scolastica.
Purtroppo,
si deve notare che le tematiche scolastiche, prese in esame dai relatori e dai
gruppi di lavoro hanno riguardato, con le dovute eccezioni, aspetti marginali
della professionalità docente: orario di servizio, tempo scolastico, orario
scolastico. Si è parlato anche di valutazione, tempo pieno, dispersione
scolastica, integrazione e innovazione
didattica, argomenti affrontati nei gruppi
di lavoro.
Il
tema del gruppo “innovazione didattica”
avrebbe meritato maggiore attenzione
nella conduzione del gruppo, che non coordinato professionalmente, con
specifiche consegne riguardanti l’articolazione della tematica di fondo, è
risultata assai generica e dispersiva, in quanto ogni componente ha parlato per 15 minuti a ruota libera, non consentendo
di conseguire un chiaro approfondimento o proposte operative concrete. Nessun
cenno è stato dato all’ intervento dello scrivente, componente del gruppo che,
pur nella ristrettezza del tempo assegnatogli (15’) ha affrontato il tema
riguardante i “ cambiamenti proposti rispetto alla scuola di oggi” e la “guida
alla realizzazione della scuola che vogliamo”
Dato
che non gli è stata data la possibilità di comunicare le sue idee, per
ristrettezza del tempo disponibile nel
gruppo, e per il divieto assoluto
esercitato dalle responsabili, in sede di Assemblea, lo scrivente ritiene
doveroso denunciare l’incomprensibile divieto, certamente non dovuto a motivi
organizzativi, in quanto l’organizzazione deve essere al servizio dei
partecipanti agevolando, sostenendo e
assicurando la libera e personale comunicazione del pensiero
di tutti i partecipanti al convegno.
Le
proposte che avrei voluto comunicare sono contenute nell’allegato alla presente
nota, la cui copia è stata consegnata brevi
manu dal sottoscritto a Roberto Reggi –Sottosegretario all’istruzione del
governo Renzi. Quello che avrei voluto dire a tutti i partecipanti del convegno
può essere così sintetizzato:
“
Sono ideatore, elaboratore, realizzatore di un progetto sperimentale di
AUTOFORMAZIONE destinato a Docenti e
Dirigenti scolastici per la realizzazione della SCUOLA CHE VOGLIAMO, da non
confondere con l’espressione “scuola digitale”, anche se la
scuola che vogliamo è strutturata e strettamente collegata alla scuola
digitale, ma se ne differenzia per le finalità e gli obiettivi che intende
perseguire.
Si
tratta di una scuola, che per usare una tipica espressione renziana, vuole rottamare
la scuola di oggi che, per molti aspetti, è ancora una scuola legata alla
riforma gentiliana.
Si
tratta di cambiare una scuola che è stata definita da molti osservatori “un
ghetto” perché non sa rispondere, in maniera adeguata, alle aspettative
degli scolari, degli studenti, dei giovani
digitali ; e quel che è più grave, ignora le esigenze del mondo del lavoro
altamente informatizzato e digitalizzato.
Una
strada maestra per cambiare la scuola di oggi potrebbe essere quella che
conduce ad una radicale innovazione
della formazione dei docenti, realizzabile con l’autoformazione dei docenti e
dei dirigenti scolastici, secondo la ricerca e la sperimentazione condotta e
verificata dal sottoscritto.
Il
percorso della ricerca di cui trattasi (e la sperimentazione di autoformazione con
conseguenti esiti soddisfacenti) nasce, da una domanda, come quasi tutte le
ricerche sperimentali.
Dopo
avere operato nella scuola per quasi cinquanta anni, come scolaro, studente,
insegnante, ricercatore presso la Facoltà di Psicologia Sperimentale dell’Università
di Palermo, sono approdato al ruolo di direttore didattico e dopo 43 anni di
servizio sono andato in pensione. Ho
continuato a leggere, a seguire le tematiche scolastiche riguardanti le
innovazioni nei processi di insegnamento apprendimento. Così un giorno, sono inciampato nell’espressione “scuola
digitale” apparsa sul mio computer. Espressione che mi ha scosso - per
parafrasare Kant - dal sonno dommatico
della scuola gentiliana, tuttora operante, nonostante le riforma dei governi
democratici.
L’autoformazione
a cui mi sono volontariamente sottoposto con l’aiuto del grande maestro INERNET mi ha consentito di
conoscere approfonditamente il mondo della scuola digitale, di diffonderne i
contenuti, le motivazioni, le metodologie e gli obiettivi anche attraverso gli
articoli pubblicati dalla “Tecnica della
Scuola” e da “Scuola ed Educazione” nel
mese di gennaio scorso. Da allora, ho
continuato ad approfondire le varie tematiche con particolare
riferimento alla didattica digitale, alle metodologie disciplinari alla
valutazione delle competenze Ho completato nel mese scorso il “Il primo sillabario digitale” per la
classe prima elementare. È in cantiere il testo di italiano per la scuola media
di primo grado. La ricerca e la sperimentazione continuano e sono aperte a tutte le osservazioni ed ogni
chiarimento.
La mia carriera scolastica è appena terminata e nella veste di docente, ho sempre seguito e continuo a seguire le tematiche e le innovazioni nei processi di insegnamento-apprendimento. Sono in sintonia con il dirigente M. Dolce sulle sue considerazioni e come sempre avviene nei convegni, le proposte operative non vengono approfondite. " La scuola che vogliamo" non significa " Scuola digitale",significa prima di tutto, valorizzare i Docenti fare formazione,adeguare la scuola a tutte le aspettative degli studenti, significa Tempo Pieno,abbattimento della Dispersione,significa Relazione scuola -Territorio per preparare i giovani al mondo del lavoro. Ma se si continua in questo modo,senza alcuna seria preparazione,dove è l'innovazione? A tal proposito mi viene in mente una frase di Einstein: "temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti"
RispondiEliminaErina Pagano