Per lungo, lunghissimo tempo il
Palazzo municipale è stato avvolto da una spessa coltre di silenzio. Una sorta
di rassegnazione, mista ad aristocratico distacco, si è impadronita di tutti
noi che, invece, avremmo dovuto impedire che questa "malattia" non
prendesse campo. Poche, veramente poche le voci attente e critiche (nei
confronti della politica amministrativa in generale, non di una in particolare);
voci isolate fino al punto da sembrare monotone se non, addirittura, fastidiose
(si veda Facebook o le sporadiche proteste più o meno organizzate). Il vuoto ha
prodotto il mostro: le gravi disfunzioni di cui oggi paghiamo il conto. Ma
siamo noi i primi responsabili; siamo stati tutti noi, la così detta
"società civile", a non prendercelo e a non usarlo questo benedetto
spazio. Occorre allora meditare e rimediare: rompere la coltre del silenzio,
tornare a esercitare il controllo sociale e democratico dal basso, ridurre le
distanze tra noi cittadini e la politica, ampliare la partecipazione
democratica. Ogni altro rinvio sarebbe colpevole. Ma ci si aspetta pure il
contributo di idee e di proposte dei nostri lettori senza i quali l'impegno
sarebbe vano. Diceva Don Lorenzo Milani, che
arriva il momento in cui bisogna togliersi le mani dalle tasche, altrimenti è
facile lamentarsi.
Prosegue il giro di interviste. Col
consigliere di opposizione Fabio Viviano, ci si avvia alla conclusione. Manca soltanto
l’ultimo in programma, il consigliere di maggioranza Filippo Tocco; dovremmo
concludere col sindaco, se vorrà concederci un po’ del suo tempo prezioso a beneficio
dell’informazione e dei cittadini.
Viviano, nel breve
tempo a disposizione, cerca di chiarire il ruolo dell’opposizione in Consiglio,
toccando diversi aspetti della vita amministrativa e politica.
S C H E D A
38 anni, sposato, padre di due bambini. Commercialista e insegnante. Nonostante
la sua giovane età, è al suo terzo mandato consiliare (prima elezione nel 2005).
È stato presidente della Commissione Bilancio del Comune.
L'INTERVISTA
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